a difesa della défense

scritto giovedì 12 luglio 2007 alle 01:50

hiDefEnse - copyRight RK22.com

Leonardo Da Vinci immaginò una città su due livelli.
Quello più basso per lo scorrimento delle vetture, quello alto per le attività commerciali e per la vita sociale.
Nel contesto delle varie città ideali del Rinascimento il progetto di Leonardo è quello forse di maggiore attualità perché sensibile al concetto di abitabilità senza compromettere lo sviluppo dei trasporti e della mobilità “automatizzata”.
Sebbene le istanze razionali non siano proprio il centro della nostra attenzione bisogna pur riconoscere in una tale visione un compromesso importante fra vita “naturale” e sviluppo tecnologico.
Un tentativo armonico di adattamento del modello paranoico della velocità e dell’automazione alla vivibilità dell’ambiente urbano.

hiDefEnse - copyRight artMobbing @ RK22.com

La città, del resto, si costruisce non tanto sull’utopia, ma sulle condizioni pratiche che portano a realizzarla. E’ il principio topografico dell’adattamento alla vita ed ai suoi stili.
Così, nell’Africa sahariana le case sono costruite in fango e paglia perché questi materiali consentono l’isolamento dal calore. Nelle zone glaciali del pianeta l’igloo è l’unico sistema per proteggersi dal freddo polare. Ghiaccio a ghiaccio.
I romani svilupparono l’arco soprattutto per il trasporto dell’acqua.
Le medine venivno costruite con vicoli detti “a baionetta” per rendere più difficile la vita agli invasori.
In Andalusia le strade sono strette e lo spazio della socialità si estende all’interno dei cortili per impedire all’afa di tediare gli uomini.
La funzionalità della topografia è insomma legata alle contingenze nelle quali la città si forma.

hiDefEnse - copyRight artMobbing @ RK22.com

Brasilia è un esempio di città che nasce unicamente alla luce di una utopia: quella dell’automobile.
Tracciata a partire da una croce nel deserto. Gesto arbitrario e volontà di potenza dell’uomo.
Dichiarata patrimonio dell’umanità, la capitale del Brasile oggi, in aria di trasporti pubblici, ottimizzazione delle risorse energetiche e riduzione dell’inquinamento, soffre nei principi stessi della sua concezione, basata su una visione – sempre più obsoleta – di uomini motorizzati, pronti a percorrere anche le minime distanze usando il motore a scoppio.

hiDefEnse - copyRight artMobbing @ RK22.com

Il quartiere della Defense a Parigi nasce su premesse pratiche: la presenza dell’automobile e la necessità di dividere, come per Leonardo, la parte “motorizzata” della vita moderna da quella umana, vissuta sugli arti inferiori.
Una rete du tunnel connette i palazzi, le macchine sono relegate a percorsi sotterranei e non possono avere accesso in nessun modo alla superficie. Ogni grattacielo possiede un’area di parcheggio connessa direttamente con i livelli superiori. Ascensori pubblici mettono in comunicazione l’alto col basso.
Il risultato è sorprendente.
Si passeggia in una vera metropoli postmoderna, sviluppata su una verticale ottica vertiginosa, ma non si sente alcun rumore oltre a quello del vento. L’aria è pulita. La città è un’enorme area pedonale.
Alla fine del percorso l’arco con la sua prospettiva monumentale inquadra lo spazio della vita pubblica e sociale e si apre ad un parco dominato da una passerella in legno.
Un concerto jazz suonato sull’esplanade può essere ascoltato ovunque nella città.

hiDefEnse - copyRight artMobbing @ RK22.com

Ed è davvero un effetto straniante: quello di vivere in una specie di nucleo urbano abbandonato, surreale, dove l’arredo urbano diventa presenza dechirichiana ed astratta.
Arredo urbano che prende lo stesso significato delle suppellettili in un appartamento. Fontane come vasche, silhouettes umane come ninnoli sul comodino.
La Defense è uno dei pochi quartieri “razionalisti” che sono riusciti a rendere concreto il compromesso fra vivibilità e modernità.
Basta andarci di domenica per rendersene conto.

hiDefEnse - copyRight artMobbing @ RK22.com

rispondi e commenta qui, oppure fai un trackback (!?) dal tuo sito.

lascia un commento

Altri articoli in Paris Mushrooms

Topografia Berlinese. Pelle.

Sono segni inequivocabili. I segni della guerra. Berlino ha una geografia lineare immensa. Ortografia del massacro, forza semantica e potere significante. Rasa al suolo. Come Dresda. Più di Dresda. Rasa al suolo e poi spaccata in due come una mela. Su un corpo vivo la cui la pelle rinnova lasciando...

inverno invisibile [parte II]

Click. La luce si spegne. Click. Nella stanza buia la termodinamica fa il suo dovere. Il cosmo rallenta e perde via via l'inerzia che gli aveva impresso il calore accecante delle lampade. Click. E l'attrito fra molecole propaga il calore. Dal punto più caldo a quello più freddo....

Esercizio di memoria. Topografie. [parte I]

Escodallosquatdiruestdenis. Passando per la rue d'echiquier. Raggiungo la rue St. Denis. Appena a sinistra, rue d'Enghien, un capanello. Mi fisso come imbambolato. Sans papier. Striscione nero. Scritte bianche. Rue d'Enghien è una via abbandonata al suo destino. Uno strano misto...

Esercizio di memoria III. Fisica. Libri. [parte II]

Quai de la gare. E ci fa talmente freddo in quel momento, che il bavero alzato sembra troppo piccolo. Il vento è una lama tagliente che monta in direzione della station aérienne. Da questo métro non si emerge, si scende. Il vento è talmente forte che non fai neanche in tempo...

lodo numero due

Colpevoli e condannati. Assolti e graziati. Corrotti e Collusi. Potenti e poteri. Accusatori, accusati. Affaristi ed astuti. Giudici, giudicati, ingiudicati. Qualcuno vi parla dalle bombe del '73... Imputato ascolta, noi ti abbiamo ascoltato. Tu non sapevi di avere una coscienza...

Parigi, la Francia, le presidenziali

Nella Francia delle presidenziali, nella Francia delle elezioni sul filo del rasoio, dei dibattiti alla televisione e dell'inizio della politica mediatica (ma con molta più attenzione che dalle nostre parti). Nella Francia dell'indecisione totale, in cui le numerose free press distribuite...

Esercizio di memoria II. Topografie. Acque.

  La polizia va in motoscafo, mica a nuoto. La polizia naviga rapida in linee rette che tagliano le virate nevrotiche della Senna. Più rapida delle chiatte. Atalante. Più rapida della corrente. Atalante. Più rapida del legno più rapido da qui al Canal dell'Ourcq....

alé hop – cambiamo pelle

Stanco della sua, artmobbing ha deciso di cambiare pelle a paris mushrooms. nella crisi della scrittura, una scusa, quella del disegno e del ghirigoro, per procastinare le parole ed allontanarsi dal foglio (se pure virtuale foglio). Qualcuno è tornato, spesso, forse sgomento per l'assenza...