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AIDS: passate col rosso

inviato nella categoria la facoltà di giudizio, the T.Blair which projects | 3 Comments »

Visto che l’articolo era lungo e visto che ieri, in occasione della giornata rossa contro l’AIDS nessuno ne ha parlato, credo che sia il momento giusto per rilanciare qui Duesberg, e ricapitolare in qualche punto perché bisogna diffidare della teoria AIDS / HIV.
1. L’AIDS come malattia esiste, non è questo che si nega bensì la relazione fra la sindrome e l’HIV;
2. I test anti-HIV non provano la presenza del virus nell’organismo, ma (a) o ne identificano alcune sequenze genetiche nelle cellule del presunto ospite, (b) oppure cercano gli antigeni nel sangue. Chi si immagina che la sieropositività sia verificata con la vista “corpuscolare” dell’HIV si sbaglia: il virus non viene isolato in nessun test.
Inoltre la positività al test inducendo nel paziente uno stato di ansia e terrore potrebbe essere una delle cause del deficit immunitario. Per questo l’associazione “Alive and well” SCONSIGLIA di fare il test HIV. Insomma, non date retta a Mastrandrea;
3. L’AIDS, se fosse un’infezione dovuta ad un microorganismo, dovrebbe rispettare i postulati di Koch, che invece non rispetta;
4. La sieropositività è trattata con un farmaco chemioterapico, l’AZT, che sembra abbia effetti letali proprio sul sistema immunitario;. Una recente proposta delle case farmaceutiche vorrebbe impiegare l’AZT anche per il trattamento della cosiddetta sindrome dello yuppie;
5. A differenza delle malattie contagiose e dovute a microorganismi l’AIDS colpisce specifiche fasce della popolazione. Esistono inoltre tre tipi diversi di AIDS, strettamente legati alla geografia: si parla di AIDS africana, occidentale, asiatica.
6. Una relazione fra HIV e AIDS è indimostrabile. L’HIV potrebbe essere solo un microorganismo parassita, indirettamente legato alle immunodeficienze.

Peter Duesberg. Photo by Robert Holmgren/ZUMA Press. © 2003 - Robert Holmgren

Peter Duesberg. Photo by Robert Holmgren/ZUMA Press. © 2003 - Robert Holmgren

Secondo Duesberg ed altri illustri immunologi, virologi e genetisti, l’AIDS sarebbe legata a fattori ambientali, in particolare all’esposizioni ad agenti chimici, come alcune droghe e l’inquinamento.
L’immunodeficienza è inoltre legata agli stili di vita, allo stress, all’inquinamento.
Era così per i primi gruppi in cui venne diagnosticata (omosessuali di san francisco esposti al consumo di stimolanti e ad una vita sessuale particolarmente intensa) e continua ad essere così per una malattia il cui agente patogeno sembra “discriminante”, colpisce cioé solo determinate fasce della popolazione.
L’ipotesi Duesberg non passa alla radio ed alla TV perché è molto più facile e compatibile col sistema prendersela con un microorganismo altro da sé che con gli stili di vita, cui sempre di meno riusciamo a rinunciare.
L’edonismo delle nostre civiltà occidentali, la denutrizione dei paesi del terzo mondo, l’inquinamento, l’esposizione ad agenti chimici, lo stress da lavoro; sono questi gli squilibri che provocano l’AIDS.
Ma la vendita dell’AZT è un business ghiotto, ghiottissimo, per i grandi Trust farmaceutici.E ieri, con la celebrazione del rito collettivo della grande giornata rossa dell’AIDS, abbiamo visto come le televisioni includano nel pacchetto pubblicità anche lo spazio telegiornalistico. Nessuna citazione della questione Peter Duesberg né di Kary Banks Mullis (nobel per la chimica).
S’è preferito parlare delle soubrette e delle cantanti che si vestono di rosso e fanno solidarietà in giro per il mondo.
Ma intanto nessuno s’è chiesto: perché abbiamo una giornata dell’AIDS, malattia che totalizza 2milioni di morti l’anno, ma non esiste una giornata contro la diarrea che di morti ne produce altrettanti, o, peggio, contro la fame nel mondo, che si calcola sia il principale agente patogeno del pianeta?

il film “The other side of AIDS” in versione integrale su google video
La questione del negazionismo