Esercizio di memoria. Topografie. [parte II]

scritto venerdì 9 febbraio 2007 alle 11:04

Sans papier. E davanti un plotone di esecuzione in blu cobalto.
Manifestazione contro gli Interni (stavolta non c'è ambiguità) di un manipolo di bobo con qualche immigrato nel mezzo.
Una donna che rumoreggia al telefono cellulare e che ha tutta l'aria di essere una delegata del ministero, per come prende seriamente tutta la faccenda.
Un uomo con le scarpe a punta e la camicia svasata (chez celio puoi scegliere fra tre tagli della stessa camicia, a seconda se sei trendy o grasso) che dice "qui c'è materiale per un fondo graffiante".
Una donna grassa che grida "da qui non ci muoviamo". Intanto i sans papier veri tagliano il capanello di curiosi, completamente alcoolizzati. Completamente disinteressati.
Gli unici a stare fermi ed impassibili sono i flics. Che chiedono i documenti a chi entra in strada per andarsene a casa. E che filmano tutti e tutti. Con ben due macchine da presa assai "smart", per la verità.
In stato di occupazione militare non c'è legge sulla privacy che tenga.
Con la barba lunga ed i capelli corti si fermeranno forse un istante di più sui fotogrammi che mi riguardano.

Potere significante, appunto, piazzarsi al centro di Parigi, fra gli alcoolizzati e le puttane. Ma anche potere ambiguo del linguaggio, si potrebbe dire con un certo compiacimento.
Sarkozy stavolta è vittima del segno: la presenza in quella zona precisa (non la Defense, non il XV arrondissement, non il…) è un segno esteriore di solidarietà.
In realtà si tratta di una occupazione militare, che mette in chiaro, utilizzando più o meno volontariamente il codice semantico della guerra, un preciso atteggiamento mentale della destra francese.
Ottenere tutto. Ed ottenerlo per forza.
Intervenire con la presenza poliziesca solo quando il leader sbarca nella terra da colonizzare.
Al di là delle libertà personali.
Al di là dei diritti del cittadino.
In un gran fracasso di polizia e buone intenzioni.

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